John Kelly ha serie intenzioni di scrivere un libro sulla peste. Sembra essersi bene informato sull’Italia del Trecento e sul panorama storico generale, e pur indulgendo a un po’ di retorica ha l’aria di saper scrivere. Solo che qui fa un elenco di promesse e non ci fa assaggiare niente.
Un libro sulla peste tra passato e collegamenti con il presente non so quanto possa attirare il pubblico, l’argomento non è così forte, dipende da come viene presentato: questo Kelly mi sembra abbia in effetti la possibilità di scriver un buon libro, fresco e non pedante, ma ora ci offre davvero troppo poco.
Per ora lascerei perdere, ma guarderei il manoscritto – o un proposal più avanzato – non appena disponibile.
Andrea Antonini, 3 aprile 2001