Nei primi anni Settanta, a Milano ogni appassionato di radio possedeva e consultava periodicamente con desiderio il catalogo del negozio Marcucci in via Fratelli Bronzetti.
Marcucci importava le radio CB della Lafayette e vendeva anche alcuni apparati radioamatoriali di fascia media, come i Drake e i Trio Kenwood. Gran parte del catalogo era dedicata ad antenne e accessori.
In terza di copertina erano regolarmente presentate quasi di sfuggita due radio prodotte dalla Pony, che immagino fosse un marchio applicato su prodotti OEM, tanto che in Regno Unito le stesse identiche radio erano commercializzate come Farnell, e con qualche modifica estetica erano anche vendute con il marchio Sommerkamp.
Si trattava di una stazione base da 23 canali con alimentatore entrocontenuto e orologio digitale elettromeccanico, e di un piccolissimo sei canali veicolare con l’altoparlante che faceva anche da microfono. Costavano sensibilmente meno dei prestigiosi Lafayette che occupavano le prime pagine del catalogo, così chi stava al pelo con i soldi si rivolgeva a quei due modelli.
Come feci io, che riuscii non so bene come a comprarmi la stazione base, il Pony CB75. Era ben fatta, tecnicamente non aveva troppo da invidiare ai Lafayette o ai Johnson e SBE. Poteva funzionare collegata alla rete o con i 12 volt della batteria dell’auto, nel qual caso però non andava l’orologio, alimentato a 220 volt 50 Hz.
Il ricordo più bello che ho di questa radio fu il suo uso ciclistico. Con le sue dimensioni sembrava fatta su misura per il portapacchi della bicicletta. Mi organizzai: radio fissata con un numero opportuno di cinghie di quelle per tenere insieme ilibri di scuola. Alimentazione fornita da due batterie da moto collegate in serie e trasportate in uno zainetto di quelli militari che in quegli anni vendevano dappertutto. Cuffia Sony recuperata non so dove e prolunga microfonica fatta da me con saldature orripilanti.
C’era il problema dell’antenna. Ne parlai in radio con dei corrispondenti e uno di loro mi disse di passare da lui. Abitava nel quartiere di Porta Genova, un paesone affascinante strapieno di negozi e popolato di immigrati meridionali tranquillamente mischiati ai vecchi milanesi che lì erano nati. Per radio si faceva chiamare Nato, che credo fosse l’abbreviazione del suo nome, Fortunato, e credo anche che fosse uno dei proprietari di quella che è stata la più importante fabbrica italiana di caschi sportivi e da moto. Citofonai, il tipo scese in strada, studiò la situazione mentre molti passanti lo salutavano a gran voce, era un tipo popolare, tornò di sopra e ridiscese con due antenne, una da balcone di tipo boomerang e una piccola antenna con forma a L da fissaredirettamente al connettore della radio. Con qualche spessore fissammo il morsetto della boomerang alla bicicletta. Funzionava tutto bene e mi ritrovai così una bicicletta radiofonica con una antenna alta più di due metri (il radiale era invece cortissimo, caricato, come si dice tecnicamente) e un gran giro di fili. Mi regalò anche l’altra antenna.
All’inizio fui molto contento dell’acquisto del Pony CB75, però in quel periodo la mia famiglia era diventata un nucleo di crescenti grane soffocanti che toglievano letteralmente la voglia di vivere, e la passione per il radiantismo finì rapidamente vittima dalle scenate quotidiane. Con la radio in bicicletta mi divertii per qualche giorno, poi mi passò la voglia, così tanto che le batterie mi caddero per terra, crepatesi ne uscì l’acido e la cosa finì lì.
I miei genitori detestavano qualsiasi cosa avesse a che fare con le radio e in generale con il piacere, e a quindici, sedici anni il peso di queste opposizioni può diventare insostenibile, un ragazzino si convince di essere sbagliato per via del suo stesso essere ragazzino spensierato. Finì che pochi mesi più tardi rivendetti il Pony e per cercare di riportare un po‘ di pace nel mio cuore decisi che con le radio avevo chiuso.
Oggi so che semplicemente e tragicamente molti genitori sfogano malevolmente sui figli le proprie frustrazioni, ma ormai è andata così.
Mi resta però la memoria del caro Nato, uno dei tanti esempi di amicizia del tutto gratuita che in quel tempo univa persone provenienti da universi del tutto differenti.
Da adulto ho deciso di ricomprarmi il Pony CB75. Per molti anni è stato proposto a prezzi folli, poi ne ho trovato uno in condizioni decenti per una sessantina di euro e l’ho preso. Continuo a trovarla una gran bella radio, ma un giorno mi sono stufato di averla in giro e l’ho rivenduta definitivamente.